Nessuno, dalle parti dell’esecutivo, vuole chiamarlo condono (anche se le somiglianze non sono poche), preferendo usare il più evocativo e poetico termine di “pace fiscale“.
Ma in cosa consisterà?
Fermo restando che per il momento non possiamo che basarci su mere supposizioni, e che occorrerà attendere ancora qualche settimana per avere nero su bianco qualche proposta più concreta, per il momento emerge come il governo intenda dare al contribuente che ha delle esposizioni passive nei
confronti dell’Agenzia delle Entrate di poterle chiudere corrispondendo solo una parte del dovuto, con percentuali che dovrebbero oscillare tra il 10% e il 15%.
Come anticipato, in realtà c’è ben poco di stabilito. A cominciare, ad esempio, dal tetto entro il quale poter esercitare questa opportunità. Inizialmente si era parlato di riservare questa manovra ai soli debiti entro i 100.000 euro (tetto che, per intenderci, avrebbe comunque abbracciato la stragrande maggioranza delle esposizioni nei confronti del Fisco), mentre negli ultimi giorni si è pensato di allargare ulteriormente questa platea fino a ricomprendere debiti entro i 5.000.000 euro.
In discussione sono anche le varie tipologie di trattamento agevolativo cui il contribuente potrebbe aver diritto. Probabilmente la percentuale di riduzione in seno alla pace fiscale dipenderà dall’entità delle somme a debito, dal proprio reddito o dalla propria storia fiscale o, ancora, da un mix di tutti questi elementi (o altri).
Insomma, anche se di certo c’è ben poco (o nulla), l’attenzione nei confronti di questo tema sembra essere particolarmente elevata, visto e considerato che potrebbe essere uno strumento molto utile per poter estinguere i propri debiti fiscali in maniera definitiva, versando una percentuale fortemente minoritaria del dovuto.
Vi terremo informati sulle novità in materia, che dovrebbero emergere entro la fine del mese di settembre, o entro i primi del mese di ottobre.